Dopo aver visto in azione la “catapulta” nella puntata scorsa, stavolta vedremo la sua antitesi: il tiro con spinta frontale, in cui la palla viene tenuta sempre davanti alle spalle. Tre interpreti principali meritano la nostra attenzione.
Il primo giocatore possiede una delle meccaniche più originali (e proibitive da imitare) che siano mai comparse sul palcoscenico dell’Nba moderna: Kevin Martin.
Il biglietto da visita di Martin è un ragguardevole 87% ai liberi in carriera (6 tentati a gara in 31 minuti), che lo mette saldamente al riparo da ogni biasimo per la sua sconcertante esecuzione. Vediamola:
Il secondo giocatore è Leandro Barbosa, accomunato a Martin da una carica piuttosto frontale, in cui il pallone non sale sopra le spalle o vicino alla testa, ma resta alto di fronte al busto. Anche per lui, l’efficacia del tiro scongiura qualunque critica da parte dei puristi della tecnica: il brasiliano vanta infatti l’82% in carriera (2 tentati in nemmeno 24 minuti). Osserviamo la sua meccanica:
Parlando di tiro in cui la “mano debole” partecipa attivamente, abbinata ad una carica frontale, non si può non convocare nel discorso il pittoresco tiro di Joakim Noah. Diamo un’occhiata:
Da notare come la parabola sia dissimulatamente molto bassa, con un apice inferire alla media, ma proprio partendo dal un punto di rilascio poco elevato, non se ne ha una spiccata percezione (come avviene invece nel tiro di Martin che coniuga insolitamente parabola schiacciata ed alta percentuale di realizzazione).
Estrapolando i fotogrammi al momento della carica, prima della spinta, ecco i risultati:
Guardando il tiro di Noah, con entrambi i gomiti larghi e abbassati, non è facile dedurre quale sia la sua mano forte…