Se è vero che “cavallo vincente non si cambia”, è anche vero che “le statistiche non sono una tombola”: difendere sfidando al tiro James e Wade, ha funzionato in gara 3, anche con l’imprescindibile complicità di una prestazione epica dall’arco al momento giusto della gara; ma in Gara 4 i due portabandiera Heat si sono fatti trovare con un’altra mentalità e con una mano più vicina alle medie “standard” di tiro. Se a questo aggiungiamo un Parker bisognoso di ciclici “pit stop” in panca, per non aggravare il problema alla gamba, il risultato è una cattiva notizia, in forma di pareggio, per gli Spurs…
Ecco qualche nota di sintesi:
– Come in Gara 2, gli Heat vincono registrando più recuperi (13) che perse (9), mentre per gli Spurs solo 5 recuperi e 18 perse a fronte di 21 assist
– Capitolo “tiri al ferro”: dopo i 20 di Gara 2 ed i 19 di Gara 3, stavolta sono 30 per gli Heat, alcuni dei quali in transizione. Se la difesa Spurs consente agli Heat di correre, l’equilibrio delle serie è quantomeno compromesso
– Entrambe le squadre fanno ciascuna, per la prima volta(!) nella serie, mettere a referto più tiri liberi che triple. Nondimeno, si tratta della terza partita consecutiva con il 50% da tre per gli Spurs, il record assoluto playoffs è di 4 gare (Mavs 1986, ma non si trattava di Finals…)
– L’attacco Spurs non è in grado di creare, palla in mano, se non con Parker (Ginobili a sprazzi e con scarsa efficienza); il che implica che, se le rotazioni Heat funzionano, è difficile violarle con attacchi nei gap prodotti dal movimento di palla. Sorvolando sui singoli parziali e per amore di sintesi: all’intervallo Parker aveva segnato o fatto un assist su 13 dei 18 tiri dal campo Spurs.
– L’andamento al tiro di San Antonio può essere eloquente della costante efficacia della difesa Heat e della “provvisorietà” dell’offensiva spurs: 53% il primo quarto, 50% il secondo, 40% il terzo e 33% l’ultimo.
– Inutile dilungarsi in questa sede sul credito difensivo da imputare a Bosh, considerando quanto già approfondito qui, qui e qui… può essere significativo invece aggiungere che, in Finale, Bosh sta tenendo medie di 9,5 rimbalzi, 2,3 recuperi, 1,8 stoppate, 2,5 assist e sole 0,8 perse; forse è ancor più rilevante che altri lunghi come Garnett, Gasol, Howard o Sheed non abbiano registrato, nelle rispettive Finals, tali standard (ovvero almeno 2 recuperi, 1,5 stoppate e 2 assist…).
Non solo i 14 punti con il 48% dal campo dovrebbero risultare meno deludenti alla luce delle suddette prestazioni, ma, in fondo, considerando come Duncan sia a quota 15,3 con il 41% dal campo, e Splitter stia tirando con il 38% dal campo, il ruolo di Chris in queste Finals non dovrebbe essere riduttivamente quantificato solo alla voce “punti segnati”.
[Curiosità: Bosh è 5 gare consecutive con almeno un assist, un recupero ed una stoppata; il record playoffs è di 8 gare consecutive. A chi appartiene? A LeBron (2008), ovviamente…]
Ultima citazione dedicata ad un passaggio quantomeno “lezioso” di Manu:
Il Taccuino delle Finals – Gara 1
Il Taccuino delle Finals – Gara 2
Il Taccuino delle Finals – Gara 3