Note telegrafiche su Gara 2, per andare oltre il semplice pareggio della serie, in vista del trasferimento della serie in Texas.
– Si è rotto l’incantesimo della gestione della sfera per gli Spurs: stavolta sono stati gli Heat a fare più recuperi (9) che perse (6), aggiungendo un ottimo ass/to (22/6), per San Antonio 16 assist e 16 perse…
– Entrambe le squadre hanno tirato 14 liberi ciscuno ed anche in questa partita i due team hanno tirato molto più da tre che in lunetta (la media playoffs di tutte le squadre coinvolte è 24 liberi a fronte di 20 triple).
– Spurs privati dell’apporto dal mid-range: 3/17 nella zona fra il pitturato e la linea da tre e con un Duncan da 3/13, l’attacco è calato a picco nonostante la buona giornata dall’arco (10/20).
– La shotchart rivela post bassi “desertificati” da entrambe le squadre, unica eccezione qualche tentativo di Tim:
– Trattamento “Rondo” per Wade: lasciato con spazio come se non fosse un pericolo dall’arco…
– Heat hanno insistito sin dal primo quarto con penetrazioni impostate partendo dall’angolo da tre per proseguire lungo la linea di fondo, sicuramente una scelta atipica per mettere alla prova l’adattamento della difesa Spurs…
– In una giocata con Splitter in post basso, Popovich ci ha mostrato cosa significa tenere attivo il lato debole durante un isolamento in post (e se Spoelstra prende nota, applicandolo a James, sono guai per gli Spurs):
L’arte combinatoria di Spoelstra
-Quale quintetto Heat ha avuto il parziale migliore? Chalmers/Allen/Miller/James/Andersen, nei 7 minuti scarsi in campo hanno piazzato un maestoso +17; già in Gara 1 un quintetto simile (con Cole al posto di Chalmers) era risultato il più positivo con +7 ancora in circa 7 minuti in campo… sembra che James contornato da 3 tiratori ed un difensore adrenalinico, sia la combinazione più indigesta per San Antonio, almeno nei 7 minuti a partita in cui è capitato…
– Il terzetto Chalmers/Allen/James ha totalizzato in compresenza +32 nei 17 minuti in campo; Chalmers/Miller/James + 23 in 11 minuti; ; Allen/Miller/James +21 in 14 minuti; Wade/James/Bosh +8 nei 27 minuti trascorsi assieme
In Gara 1: -8 nei 27 minuti di compresenza per Wade/James/Bosh, mentre Chalmers/James/Bosh registrò 0 nei 22 minuti assieme e Allen/Miller/James +11 in 13 minuti…
Non si vuole certo mettere in discussione la “somma” del talento individuale o l’apporto dato in stagione regolare, ma constatare che l’efficacia, in termini di chimica e tattica di squadra, contro gli Spurs, non è monopolio del terzetto di All Stars, ma anzi, dividendoli, si ottengono risultati migliori, forse per una maggiore pericolosità dall’arco, forse per una migliore tenuta difensiva (Wade è comunque un difensore lontano dalla palla piuttosto mediocre…).
Ulteriore prova: nei playoffs il terzetto più efficace (con almeno 10 minuti di permanenza in campo e 17 partite giocate), ottenendo sul campo un + 5,8 è stato: Cole/Allen/Andersen; ci sono due posti “variabili” ma i Big da inserire sono stati tre…
– Dopo l’update del post up nelle scorse Finals, quest’anno ha affinato molto la mano dall’arco (40% in stagione, 37% nei playoffs) ed in Gara 2 ha dimostrato di essere anche un’arma tattica persino da bloccante: davvero il “giocatore totale”.
Le poche note positive in casa Spurs sono:
– Gli Heat sono arrivati 20 volte al ferro (gli Spurs 23): considerando la presenza di due slasher come James e Wade, non è un risultato da poco per la difesa Spurs…
– L’ultimo quarto è iniziato comunque con un gestibile +10 Heat, la partita era ancora aperta….
– 15 rimbalzi offensivi (8 in 33 minuti per Leonard, una delle migliori prestazioni di sempre per un ala)
L’impressione dopo due Gare, nonostante la situazione in pareggio, è che il collettivo di Miami sia profondo e tatticamente ben gestito, probabilmente oltre le possibilità competitive degli Spurs…
Il Taccuino delle Finals – Introduzione
Il Taccuino delle Finals – Game 1