Il “cilindro” di un buon coach Nba non contiene solo pick n’ roll ed isolamenti: specialmente nell’ultimo minuto, più sono le frecce in faretra, più è possibile scegliere quella che si adatta meglio alla situazione…

 

DAL@PHO (06-12-12)

 

Per tutelare la parità a 40 secondi dal termine, la difesa Suns opta per una strong side zone contro l’isolamento di Mayo, diamo un’occhiata:

 

 

Scola attende un’eventuale penetrazione di Mayo, sorvegliando il post basso, ma al contempo restando vigile su eventuali tagli in area (notare il “tip-tap” con i piedi ed i movimenti della testa); intanto anche Dragic si è staccato dall’uomo e cerca di sconsigliare una possibile penetrazione al centro, stazionando sulla linea del tiro libero, mentre il suo uomo, Collison resta troppo lontano dall’arco per essere minaccioso in catch n’ shoot. Nonostante la buona impostazione difensiva, Mayo riesce a realizzare il jumper, come direbbe qualcuno: good defense, better offense.

 

 

 

BOS@PHI (07-12-12)

 

Capita talvolta di vedere il difensore del rimettitore rivolto verso il campo, per chiudere sulla ricezione o rimediare alla copertura di compagni incagliati sui blocchi, magari fidando che in pochi secondi il rimettitore sia tagliato fuori da una giocata in tempo utile; tuttavia 2,7 secondi sono sufficienti per sorprendere la difesa:

 

 

 

Rimessa rapida con dai-e-vai che permette a Rondo di approfittare della ingenuità di Turner; tuttavia, Rajon decide arditamente per il jumper, più che per la classica palla-consegnata e terzo tempo (maggiormente adatto alle sue doti), inoltre il destino lo fa anche scivolare: air-ball.

 

 

 

LAC@CHI (11-12-12)

 

 

 

Dopo un blocco sotto il ferro, uno stack (doppio blocco) attende Belinelli; se fosse stato uno stagger (due difensori in fila) il difensore esterno sarebbe uscito in aiuto; essendo invece un blocco “largo” è più difficile avere una buona traiettoria per intervenire su un passaggio con quella angolazione; ecco la trama:

 

 

 

Da notare che quando Crawford si incaglia sulla “sportellata” di Boozer, Belinelli ha già ampio vantaggio ed è in fase di ricezione: semmai Crawford fosse passato indenne, avrebbe potuto fare ben poco… bravo coach Thibodeau a non aver seguito la “moda dello stagger”.

 

 

 

DEN@MIN (12-12-12)

 

Il basket ha una sua dimensione fortuita che spinge spesso a “scommettere”, a cercare di intuire cosa forse succederà e rischiare di conseguenza, un classico “gioco d’azzardo” è il cherry picking:

 

 

 

Brewer decide che, sul meno 5 a circa 40 secondi dal gong, con la palla ancora in ballo sotto il suo tabellone, è il caso di fidarsi dei suoi compagni e di lanciarsi in contropiede solitario: viene premiato con un passaggio lungo che gli concede la schiacciata indisturbata del meno 3; Don Nelson, nella sua tenuta a Maui, sorride…

 

 

 

GSW@MIA (12-12-12)

 

Uno schema ben congeniato può incoronare “eroe per un giorno”, anche un umile bloccante:

 

 

 

Impostazione estremamente razionalizzata dell’azione: Jack palleggia in punta scrutando i movimenti dei compagni, Lee si occupa dei blocchi sul lato sinistro, Green di quelli sul lato destro, mentre i tiratori Curry e Thompson tagliano, si incrociano e cercano di ricevere. Come talvolta capita in queste situazioni, il “mister nessuno” di turno coglie al volo l’occasione fornitagli dalla difesa, preoccupata dei “soliti noti”, e piazza la giocata clutch: il back-door di Green è puntuale e l’esecuzione al volo impedisce qualunque velleità di recupero.

Cruciale il fatto che Curry abbia impegnato la difesa sull’altro lato, evitando aiuti e rotazioni (riuscendo anche a liberarsi in tempo utile), mentre spesso alcune azioni decisive vedono il lato debole ristagnare passivamente, in attesa di eventuali scarichi.

Coach Jackson ci dimostra egregiamente come un’azione chiave di un finale possa non essere un prevedibile isolamento o un canonico pick n’ roll, ma piuttosto un’esecuzione corale che coinvolge tutti e cinque gli attaccanti, mettendo così alla prova l’intera difesa avversaria.

 

 

 

DAL@BOS (12-12-12)

 

5.3 secondi al termine del secondo supplementare, -3 per i Mavs che devono gestire una rimessa a tutto campo:

 

 

 

Insolitamente, nessun giocatore si occupa di ricevere la rimessa nella propria metà campo, lasciando come opzione solo il passaggio lungo, necessariamente prevedibile e potenzialmente impreciso; certo, se fosse arrivato a destinazione Dallas avrebbe avuto abbastanza tempo per cercare una tripla non troppo affannata; già, “se fosse”…

 

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