Last minute – Episode 8

February 24, 2013

Episodio dedicato alla tripla d’angolo, croce e delizia degli attacchi Nba, banco di prova per gregari ed All Stars, soprattutto se sfoderata nell’ultimo minuto di una gara ancora in bilico.

 

 

CLE@ATL (30-11-12)

 

 

Dopo il “ricciolo” sul blocco, Lou Williams punisce la difesa Cavs che, sul +3 a 15 secondi dal termine, si lascia sorprendere, principalmente per un’esitazione di  Alonzo Gee che decide di restare su Josh Smith (la cui “retromarcia” camuffa candidamente un blocco in movimento) e di non uscire a coprire sul tiratore degli Hawks.

 

 

POR@CLE (01-12-12)

 

 

Ancora una tripla dall’angolo decisiva, ancora a discapito dei Cavs, ancora con Alonzo Gee nei paraggi; tuttavia, stavolta, considerando l’esecuzione in precario equilibrio di Batum, con i piedi rivolti verso la metà campo, non si può biasimare la difesa di Cleveland, quanto piuttosto elogiare il coriaceo blocco di Aldridge e la prodezza balistica del francese.

 

 

MEM@SAS (01-12-12)

 

 

Nell’Episodio 6 abbiamo già accennato alle insidie della rimessa dal fondo; stavolta la difesa Spurs vede Parker incagliarsi su Marc Gasol (anch’egli, come Smith in precedenza, sceglie sagacemente il tempo per tagliare al ferro, dissimulando un blocco in movimento), Conley ha quindi spazio per ricevere il puntuale bounce pass ed insaccare la corner three, sul -5 Memphis con 43 secondi al termine: partita riaperta.

 

 

LAC@UTA (03-12-12)

L’ex losangelino Foye legge bene la titubante manovra di rientro dei Clippers e va a piazzarsi in angolo, diventando un bersaglio facile per il passaggio lungo che scavalca la “diga” di difensori a metà campo. Leggerezza difensiva da non sottovalutare: incassare una tripla sul +4 rischia di compromettere la partita, anche se restano pochi secondi al gong finale (i Clippers finiranno infatti per farsi intercettare la rimessa e proprio Foye sbaglierà il buzzer beater della vittoria).

 

 

MIA@WAS (04-12-12)

 

 

Tripla del pareggio tentata da James, che fa perno col sinistro per girarsi verso l’esterno, mentre i succitati Williams e, parzialmente, Batum hanno preferito girarsi all’interno, con un movimento che lascia più avanti il piede corrispondente alla mano che tira (in entrambi i casi la destra) approssimandosi maggiormente alla posizione di un piazzato, in cui la gamba sul lato del tiro tende solitamente a trovarsi più avanti.

Pregevole l’idea di far bloccare Allen per James (e non il contrario) così da prevenire il cambio di marcatura: il difensore di Ray sceglie infatti puntualmente di non scalare su James, per non lasciare Allen scoperto ad un passo dall’arco vicino la rimessa, e James può così ricevere con adeguato spazio (anche perché il blocco di Ray non è affatto male, per essere portato da un tiratore…).

Molto meno convincente l’interazione fra Bosh e Wade, con quest’ultimo che traccia, con poca convinzione, un traiettoria facilmente difendibile e non certo coadiuvata dal non-blocco di Bosh (da notare il “cameratismo” di Wade che, camminando via fiducioso verso la metà campo, alza il pugno in segno benaugurale di trionfo prima che il tiro tocchi il ferro…).

 

 

LAL@CLE (11-12-12)

 

 

Per la serie “non c’è due senza tre”: altra pesante tripla d’angolo incassata dagli sfortunati Cavaliers, ancora sotto gli occhi (incolpevoli) del malcapitato Alonzo Gee, con un tiro che fa quasi sembrare facile quello precedente di Batum. Il movimento di Kobe è inoltre speculare proprio rispetto a quello eseguito dall’ala dei Blazers: anche Bryant finta di bloccare in post alto per andare poi a sfruttare un blocco, con uscita in angolo verso la rimessa.

Kobe si gira all’esterno, come James, tuttavia, stando sul lato sinistro, in questo caso la rotazione agevola il posizionamento della gamba destra, corrispondente alla mano tiratrice, leggermente più avanti della sinistra.

 

 

NOH@DAL (5-1-13)

Carter sfugge al groviglio difensivo degli Hornets e riceve quasi una palla consegnata dalla rimessa, ma purtroppo per i Mavs, sbaglia la tripla dall’angolo per il pareggio. Anch’egli si gira all’esterno, ricevendo sul lato destro del campo come LeBron, per quanto, stavolta, l’angolazione e la vicinanza del passaggio rendevano quasi inevitabile quel tipo di arresto con torsione.

 

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