Il re-match delle ultime finali della Western Conference ci ha già regalato due gare con due finali decisi all’ultimo tiro; diamogli un’occhiata più in dettaglio.
GAME 1
Siamo sul 98-97 per i Mavs, con i Thunder che hanno la rimessa laterale per tentare il sorpasso e 9 secondi netti per impostare un buon tiro; il rimettitore è Westbrook, per cui il ricevitore sarà…
Ottimo lavoro di disturbo sulla rimessa di West che, saltando e sbracciando, impedisce a Westbrook di passare a Durant (che teneva alle spalle Mahinmi), il quale si sarebbe trovato in isolamento su un lato sguarnito fronteggiato da Ian, di per sé un buon difensore, che tuttavia non è abituato a marcare scorer alla Durant.
Purtroppo per Delonte, poco dopo si rende invece meritevole d’una tirata d’orecchie, lasciando passare Durant per andare a ricevere un palla consegnata direttamente dal rimettitore; sarebbe bastato un bump di West o semplicemente marcare il rimettitore sulla linea (come si addice quando il tempo sta scadendo) per costringere Westbrook a tentare un affrettato passaggio ad Ibaka (con Marion che aveva già l’acquolina in bocca…).
Dopo la ricezione di Durant, Ibaka, sicuramente mosso da buone intenzioni, gli porta un blocco che ha come prevedibile conseguenza un cambio di marcatura: Marion torna su Durant, come previsto dagli abbinamenti voluti da Carlisle, cui Serge, su malgrado, ha quindi fatto un favore… inoltre, mentre Durant si vede negato il lato destro dalla buona difesa di Marion, Ibaka si piazza nel cuore del pitturato per essere favorito a rimbalzo offensivo. Altra scelta che, da un lato, dimostra l’elevato “senso del dovere” di Serge, ma dall’altro, ostruisce il pitturato per la eventuale penetrazione di Durant, che, riconvergendo al centro, trova l’atletico 6-11 Mahinmi, piazzato di fronte all’operoso Serge, pronto a bloccargli la strada ed a saltare assieme a Marion sul tiro decisivo… il tocco morbido di Kevin, un rimbalzo sul ferro ed un altro sul tabellone, sanciscono l’esito favorevole ai padroni di casa.
Una situazione simile è avvenuta in Gara1 fra Grizzlies e Clippers, con Gay a giocare l’isolamento centrale per il tiro decisivo (marcato dall’highlander Martin), potendosi giovare di un’area meno affollata e più consona alla penetrazione; confrontiamo le due situazioni:
Come mai allora Gay ha tirato comunque dal gomito? Merito del piccolo Bledsoe (l’uomo che difendeva su Mayo, in ala sinistra del fotogramma): il ragazzo farà infatti un rapido “blitz” sulla penetrazione di Rudy, spingendolo a chiudere il palleggio (per non esporre la palla) e concedendo a Martin il tempo per coordinarsi e saltare sul tiro. A differenza di Durant, Rudy non avrà rimbalzi propizi del ferro in suo favore, il tiro è troppo corto…
GAME 2
102-99 per i Thunder, palla in mano ai Mavs per l’offensiva che può impattare la partita (inevitabilmente con una tripla) ed una dozzina di secondi per “costruirne” una plausibile; ecco cos’è successo:
Da notare come dopo il “fuori-sincrono” sul triplo blocco (anche Kidd è umano…), sia Terry ad andare a ricevere la palla consegnata, condannandosi a fare i conti con il difensore di Kidd: un ottimo “mastino” come Sefolosha (6-5) contro Terry (6-2) non può che dare come risultato un tiro difficile, che ha l’unico pregio di essere scoccato a circa 6 secondi dalla sirena, lasciando aperta la speranza di una seconda opportunità.
Pausa: e se fosse stato invece Dirk (7-0) a ricevere la palla consegnata? Ovviamente, a bocce ferme è agevole giostrarsi fra i “se” ed i “ma” (ed ogni analisi è in quanto tale sempre a bocce ferme), tuttavia è pur sempre una domanda che è inevitabile porsi, anche considerata la nota “clutchness” del tedesco.
Inoltre, dopo il pregevole rimbalzo offensivo di Carter, Terry si è trovato rivolto, palla in mano, verso un Kidd libero, che avrebbe anche potuto cercare di sfruttare (nei 3 secondi residui) il blocco alto di Dirk, o quantomeno tirare un piazzato da libero (specialità di Jason, 35,4% da tre in stagione), ma la voglia di riscatto ha avuto la meglio sul solitamente notevole sangue freddo di Terry, che, dopo un nefasto palleggio di titubanza, si è ritrovato a tirare da almeno otto metri con due difensori addosso.