[Agosto 2011] Nonostante gli attacchi “open post”, nonostante molti giovani lunghi siano scivolati in D-League (o siano spesso in lista infortunati), c’è ancora qualche centro che recita un ruolo d’impatto per la sua squadra; proviamo a classificarli a seconda del loro peso per l’attacco, dividendoli in “scaglioni di rilvanza”:
Ruolo fondamentale (ovvero: senza di loro, o la squadra va a picco, o va riorganizzato tutto l’attacco)
– i Magic: D. Howard primo per Usg% (27%) e per punti segnati (22,9). Di Dwight, abbiamo già parlato la scorsa volta; numericamente, ci torneremo a breve. Intanto bastano due parole: il centro.
– i Nets: B. Lopez primo per Usg% (27%) e per punti segnati (20,4), anche se resta da valutare l’impatto di Deron Williams che, probabilmente, gli servirà qualche assist in più sul pick n’ roll, ma gli toglierà, nel complesso, un po’ di responsabilità ed autonomia in attacco. Resta forse il centro più promettente, se coniughiamo età (22) e status raggiunto (seppur i Nets non siano l’elite della lega). Potenziale offensivo notevole e, per sua fortuna, la difesa non rientra nei temi di questa serie d’articoli…
Ruolo molto importante (ovvero: non monopolizzano l’attacco, ma l’attacco verte molto su di loro)
– gli Spurs: ancora ben ancorati a Duncan, terzo per Usg% (22,9%) e per punti segnati (13,4), autore anche di un encomiabile 15,7% di Ast% (% di canestri realizzati su suo assist); nei 28 minuti che ha passato in campo, è stato una presenza molto rilevante. L’anno prossimo si replica?
– i Jazz: A. Jefferson secondo per Usg% (24%), dietro al neo-arrivato Devin Harris, ma anche qui c’è da aspettarsi una riorganizzazione, dopo le partenze, annata in corso, del play titolare Deron e del beneamato coach Sloan. Salvo sconvolgimenti tattici o cessioni, “big Al” sarà comunque una certezza di affidabilità per l’attacco di Corbin.
– In una certa maniera, anche i Lakers: con Gasol (21% di Usg% e 15% di Ast%) che ha-pardon-aveva un ruolo chiave nel’attacco triangolo, pur non giocando sempre da centro. Bisognerà tuttavia aspettare di vedere come lo gestirà il neo-arrivato Mike Brown. Di sicuro sarà importante investire minuti e responsabilità su Bynum (17,6% di Usg%): il ragazzone ha avuto una buona stagione, sembra quasi sano e “fuori dal triangolo” può crescere ulteriormente.
Ruolo importate (ovvero: sono bravi con lo “spazio” che hanno…)
– Grizzlies: M. Gasol è uno di quelli che sembra avere le ali tarpate dai “nomi” dei compagni, di quelli che non puoi valutare riducendolo alle cifre: solo 16,9% di Usg% , ma pur sempre un 11,6% di Ast%; solo 11,7 punti (61,5% su assist), ma con ottime percentuali del 52,7% dal campo e 74,8 ai liberi; non è detto che si tratti necessariamente di qualità vincolata a ridotta quantità…
Il 41,9% dei suoi tentativi sono in post up (0,87 Pps, punti per possesso), il che ci rivela che siamo in presenza di un centro puro, di un buon lungo di 26 anni alto 7-0 che altrove avrebbe tutt’altre cifre (ma forse non arriverebbe al secondo turno dei playoff…).
Giocando con ottimi realizzatori autonomi come Randolph e Gay, non avrà facilmente un ruolo quantitativo in attacco nemmeno l’anno prossimo, anche perché pare che sia il playbook a prevederlo: non a caso, negli scorsi playoff, con Gay in borghese, Marc ha giocato quasi 40 minuti di media (nelle 13 partite di post season) ma l’Usg% è arrivato solo a 17,5, migliorando del 0,6% (nulla) rispetto alla stagione regolare giocata a fianco di Rudy. Non è un buon segno.
– Clippers: Kaman, si fregia di un pomposo 24,4% di Usg% che risulta tuttavia terzo fra i Clippers, 10% netto di Ast%, 17,1 punti (ben 70,6% su assist) con 47,1% dal campo e 75,4% ai liberi.
Centro puro, con bei movimenti conosciuti da pochi altri colleghi ma, purtroppo per lui, Chris ha in squadra tali Eric Gordon e l’enfant prodige Blake Griffin (oltre al non timido Mo Williams): mantenere quel 24% di Usg% ancora per una stagione, è già solo una speranza, non più una certezza…
P.S. Da notare come, nonostante la tecnica raffinata, giochi in post up il 25,5% (con un mediocre 0,69 Pps) a fronte di uno spot up del 18,6%.
– Pacers: sicuramente, R. Hibbert, talentuoso 7-2 ancora 24enne, è stata una delle note liete, seppur discontinue, ad Indiana. Peccato che il suo 23,6% di Usg% (secondo dopo Granger) abbinato ad un lodevole 12,8% di Ast%, siano stati visti per soli 27,7 minuti di media in campo (sufficienti ad accumulare 3,2 falli), da cui derivano 12,7 scialbi punti di media (ma solo 54,1% su assist) figli del 46,1% dal campo e 74,5% ai liberi. Ottime basi, se fa ancora un passo avanti (mentalmente) e limita i falli, può diventare un All Star fisso.
Ruolo “personalizzato” (ovvero: cuciti su misura per la loro squadra, ma, forse, non per tutte…)
– Nuggets: Nene, atletico e versatile come pochi pari ruolo, negli ultimi tre anni ha segnato in media 14 punti con il 60% dal campo (non so quanti possano dire altrettanto) ed un onesto 71% ai liberi, in circa 32 minuti d’impiego. L’ultima stagione ci racconta di un Usg% di quasi 18,8%, un Ast% del 10,4% e di 14,5 punti con il 61,5% (e non è di quelli che tira esclusivamente quando è libero…).
Un efficiente centro offensivo su cui impostare l’attacco? Non in assoluto: il 70% dei canestri sono su assist, a dimostrazione di come sia temibile in ricezione dinamica o su scarico, ma non abbia il ruolo di autentico “fulcro”; infatti, tira da post up solo nel 28,7% dei casi (segnando però un ottimo 1,01 Pps), decisamente poco, se accostato al 24,9% relativo ai tiri su taglio; sembrano quasi le cifre d’un ala piccola “fisica”. D’altronde, l’attacco dei Nuggets, specie dopo la partenza di Melo, si esalta nella circolazione di palla (proprio come piace a coach Karl) per cui il brasiliano risulta avere un peso importante nell’equilibrio offensivo dei Nuggets, ma più per le sue caratteristiche di idilliaca adattabilità al playbook di squadra, che in veste di “centro puro”.
– Hawks: Horford, è l’emblema del centro sottodimensionato, o meglio, dell’ala grande che si presta a fare il centro, ma risulta tremendamente utile (un po’ come Lee ai tempi dei Knicks). Alto solo 6-10, vanta un Usg% di 19,7% e soprattutto un Ast% di 17,5%. Poi 15,3 punti (ma 69,4% su assist) con il 55,7% dal campo, 79,8% ai liberi. Anche lui deve la sua imprescindibilità più al contesto offensivo di squadra che al suo valore intrinseco come centro; altrove, sarebbe spesso (e volentieri?) ala grande, come già sperimentato negli ultimi playoff contro i Magic.
Ad ulteriore riprova: in stagione, dettagliando i tiri eseguiti per distanza dal ferro, il maggior numero di tentativi (4,8) vengono scoccati dalla fascia di campo che va dai 16 ai 23 piedi (cioè fra i 5 metri e l’arco da 3), non proprio “la mattonella” preferita dai centri “veri”, ed inoltre, solo il 23,2% di tiri sono dal post up (a fronte di 18,6% in pick n’ roll e 16% da spot up).
Al è cruciale soprattutto come collante offensivo, anche con le sue doti di passatore: gli assist equivalgono al 23,6% dei suoi possessi finalizzati: in ciò è primo fra i centri, o secondo, se inseriamo Hayes nella lista (Chuck è autore di un surreale 33,14%!), così come è secondo, fra i centri, per rapporto assist/palle perse con un encomiabile 2,23 (primo, nemmeno a dirlo, il solito Hayes con 2,33).
– Bulls: Noah, centro decisamente atipico, ai confini con l’ala grande, ma padrone comunque di un 16,8% di Usg% (sesto di squadra assieme a Taj Gibson) e decisamente coinvolto nella circolazione di palla: 10,4% di Ast% (settimo ai Bulls con 10,7 ed il sesto è Deng con 11,9%…), gli assist sono il 18,62% rispetto ai possessi finalizzati (quinta prestazione fra i centri).
Realizza 11,7 punti (57,3% su assist) in circa 33 minuti ed il rassicurante 52,5% dal campo diventa ancora più notevole se consideriamo che, dopo Hayes e Okafor, è il centro più stoppato: l’11,9% dei tentativi vengono alterati dalla difesa. Inoltre, non fatevi ingannare dalla bislacca tecnica di esecuzione dei liberi: pur tirandoli a due mani, ne insacca il 73,9%.
Decisamente eloquente la sua suddivisione dei tiri: in post up solo nel 12,8% dei casi (per intenderci, Joe Johnson è a quota 13,8%, Bryant 14,4%, Prince a 15,7%…), mentre il 22,7% dei tentativi è su rimbalzo offensivo, quasi un quarto dei tiri totali… difficile immaginarlo in un quintetto “classico”.
P.S. Sarebbe invece plausibile tatticamente un cambio di maglia fra lui e Horford, anche se è visibilmente meno tiratore…
Ruolo “camuffato” (ovvero: i più alti della squadra, ma l’altezza, come l’apparenza, inganna…)
– i Blazers hanno Aldridge come n.1 in Usg% con 25,7%, ma non credo che Portland veda in lui un centro: senza gli infortuni ad Oden, Przybilla e Camby, avrebbe giocato sempre da ala grande. Soprattutto l’assenza di Oden, lo ha spinto a giocare spesso spalle a canestro, aspetto del gioco in cui è ormai garanzia di risultati, con buoni movimenti ed un ottimo tocco; tuttavia, avendo anche un buon jumper dalla media, il gioco in post dovrebbe essere un’arma a sua disposizione, con cui tira “sopra” i pari ruolo più bassi, ma forse non la sua opzione principale. Soprattutto con l’arrivo di Felton, potrebbe nascere un dynamic duo molto futuribile…
– potremmo inserire anche i Rockets, se si etichetta Scola come centro (Usg% del 26% ed Ast% del 13,5%), ma capisco che qui non tutti siano necessariamente d’accordo, sebbene McHale non avrà molto di meglio, offensivamente, nel roster (ricordiamo che: una cosa è avere movimenti spalle a canestro, e Louis ne ha da vendere, un’altra è giocare centro, ed il sistema motion di Adelman non ha aiutato certo nella definizione precisa dei ruoli… d’altronde, se fosse solo una questione di movimenti e di giocare spesso in post basso persino Bryant e Andre Miller, rientrerebbero nella categoria…).
– I Knicks: Stoudemire? Stat è secondo per Usg% con 30,9% dietro il 31% di Carmelo Anthony. Ma, in fondo, ai Knicks ci sono centri veri? Il folkloristico Turiaf? L’inabissato (come minutaggio) Mozgov?
Come per Scola: i talenti offensivi di Stat (e in questo caso più la potenza che i “balletti” con il piede perno) mascherano l’assenza di un centro vero in squadra. Riuscite ad immaginare Stat con la palla in post basso a gestire un attacco? Come vedremo in seguito, anche i numeri ci indicano che Amare non è un centro vero, per ora basti considerare, grazie a MySynergy, che quasi un terzo degli attacchi di Stat sono isolamenti (32%).
– parlando di centri puri, l’apice del “fuori tema” sono i Raptors: a referto, Bargnani è talvolta stato definito “centro” ed è primo per Usg% a Toronto, con il 28,1%, oltre che per punti (21,4); ma non si può certo dire che il suo gioco sia da centro e, per fugare i dubbi, basta pensare che, se lo sostituissimo con un centro vero, a Toronto bisognerebbe riscrivere il playbook dall’introduzione…
DIAMO I NUMERI…
Volendo provare a “numerizzare” quanto un giocatore giochi effettivamente da centro, ho provato ad abbozzare una statistica ad hoc, con lo scopo di valutare non la qualità dell’offensiva del giocatore (quindi non vengono coinvolti la percentuale dal campo o i punti per possesso), ma solo quanto egli attacca da centro puro.
Come fonte statistica vengono usati i dati del pregevole mysynergysports.com, che divide le conclusioni dei giocatori a seconda delle situazioni.
Ecco la formula del OCR (Offensive Center Rating, “valutazione del centro offensivo” suona bene, no?): partendo dalla percentuale di conclusioni in post up (conclusione tipicamente da centro), viene sommata la metà della % di conclusioni in pick n’ roll da bloccante (situazione da centro, ma meno specifica della precedente, anche perché i dati comprendono pure il “periferico” pick n’ pop), a cui si sottraggono: la % di conclusioni su rimbalzo offensivo (che non fa parte dell’ “attacco impostato” dalla squadra), la % di conclusioni da tagli (ricezioni dinamiche che non sono strettamente necessarie, sebbene gradite, per un centro che sia anche perno tattico) e la % di tiri piazzati (spot up che, eseguiti da qualsiasi distanza, possono riguardare qualunque ruolo); il tutto moltiplicato per la decima parte dell’Usg%, in modo da valorizzare (senza però esagerare) i giocatori che sono molto coinvolti dai rispettivi attacchi.
La formula può sembrare metodologicamente un po’ viziosa, sommando o sottraendo percentuali, ma dando un’occhiata ai risultati, sembra avere la sua funzionalità… eccola applicata ai lunghi con un Usg% di almeno 15% ed almeno 24 minuti trascorsi in campo:
Per verificare la “solidità” della statistica, sono stati inseriti alcuni “tester”: Stoudemire e Scola (ali grandi), Frye e Bargnani (lunghi decisamente perimetrali), Dalembert e McGee (difensori che si prendono poche responsabilità o forzature in attacco), Noah e Frye (“allergici” al post up). Avendo respinto questi “infiltrati” ai bassifondi della graduatoria, direi che la statistica funziona abbastanza bene…
Qualche osservazione:
– Howard è su un altro pianeta. Lo spot up allo 0,2%, squisitamente “old school ”, dice tutto.
– Milicic è un centro vero. Forse non come efficacia (Offensive rating di 91), ma come stile di gioco lo è indubbiamente.
– Stoudemire, invece, non è un centro. Il suo 12% di post up è inappellabile: ultimo valore della lista (lista in cui sono presenti anche Bargnani, Frye e Noah…).
– Cosa hanno in comune Kaman e Dalembert?
I membri di questa “strana coppia” sfiorano entrambi la “quintupla doppia”, cioè almeno il 10% in 5 voci statistiche (escluso ovviamente l’Usg%), con Kaman che pecca di “pochi” rimbalzi offensivi sfociati in tiro (pur sempre 8,9%) e Dalembert che, per fortuna dei Sixers, limita i tiri piazzati all’8,9%. Entrambi sono quindi centri offensivamente “eterogenei”, anche se la corposa differenza di Usg%, 24% a 17% in favore di Chris, è indicativa del differente peso per i rispettivi attacchi. Inoltre, proprio la statistica in singola cifra rivela chi dei due è il difensore (quindi più avvezzo ai rimbalzi) e chi invece l’attaccante (quindi più fiducioso del suo tiro).
– Monroe attacca da centro?
Non per adesso… più della metà dei tentativi sono in situazione di rimbalzo offensivo (26,5%) o taglio (23,6%); il post up è usato solo nel 14,7% dei casi; basti considerare che il “triplista” Frye è a quota 13%…
– Quante cene deve offrire Gortat a Nash?
Quasi 40% di soluzioni del polacco sono in pick n’ roll ed il 18,5% su taglio; se poi considerate che segna su assist nel 78,6% delle volte, secondo maggior valore fra i centri, il caso è chiuso.
Chi è il più assistito fra i lunghi? Un suo compagno di Phoenix: Frye (82,4%). Dov’è che gioca Nash…?
Cosa farebbero le twin tower di L.A con meno triangolo e più pick n’ roll?
Lo sapremo la prossima stagione… il pick n’ roll, sinora è stata una ricorrenza marginale per Gasol (6,9%) e Bynum (7,5%); quest’ultimo è risultato molto efficace in tale situazione, realizzando 1,19 Pps, un po’ meno Gasol (0,87).
– Amletico Andrea…
Se, da un lato, la % su rimbalzo offensivo di Bargnani è utile per giocare a “scopri l’intruso” (solo 2,7%), la sua efficienza nelle poche situazioni di post up (0,95; meglio di Howard e ad un soffio da B. Lopez) lascia intendere come non sia in grado solo di tirare dall’arco, dalla media (dopo gradevolissima finta di tiro) o in uscita dai blocchi (4,7% dei tentativi in questa situazione; conferma perentoria di quanto poco giochi come un centro…).
Anche secondo quanto mostrato dalla statistica, alcuni giovani centri meritano decisamente un’occhiata più scrupolosa, ma per questo avremo tempo nelle prossime puntate…