[Aprile 2011] Visto che è ormai iniziato il periodo delle onorificenze individuali, contribuiamo alle “elezioni” con qualche fanta-premio stagionale, rigorosamente su base numerica:

 

Premio “Vagabondo”, ovvero “sono ricco, ma vivo in affitto perché non si sa mai…”: Joe Smith. approdando ai Lakers, ha vestito la 12esima casacca diversa in carriera, eguagliando il record di squadre in cui si è prestato il proprio servizio, detenuto da Chucky Brown, Tony Massenburg e Jim Jackson.

 

Premio “Vernon Maxwell”, ovvero “sarei un play, ma tiro troppo, male e non passo…”: Brandon Jennings.

Suona male (e, conoscendo di fama Vernon, non glielo direi certo in faccia), eppure, se escludiamo gli anni ’50 (altri “canoni numerici”), solamente lui (annata 1995-96) e, da oggi, Jennings, sono gli unici “playmaker” (virgolette d’obbligo soprattutto per Vernon) che possono fregiarsi di aver tentato più di 14 tiri a partita nonostante una percentuale dal campo inferiore al 40% e non essersi fatti perdonare con almeno 5 assist.

 

Premio “Rajon Rondo”, ovvero “non tiro da fuori e se posso evito anche i tiri liberi…”: Rajon Rondo.

Rajon è l’unico play nella storia dell’Nba ad essersi guadagnato la doppia cifra di punti a partita (10,6) con almeno 33 minuti di permanenza in campo (37 per lui), senza tentare almeno una tripla (0,6 prove per lui) e senza andare in lunetta neanche 2 volte a partita (1,9 liberi per Rondo, con un raccapricciante 56,8%). Merito anche del miglioramento nei mid-range shots?

 

Premio “Andrea Bargnani”, ovvero “sono 7 piedi, ma i rimbalzi non m’interessano…”: Brook Lopez.

Pensavate che Bargnani fosse l’unico centro alto 7 piedi che, con almeno 30 minuti in campo, non fosse riuscito a superare un Trb% del 10%? Da quest’anno, il buon Brook (35 minuti di media in campo) gli fa compagnia negli annali Nba. Sebbene Bargnani (35 minuti anche per lui) sia stato l’indiscusso leader quest’anno con un ragguardevole 8,6% (mentre in carriera viaggia ad un intrepido 9,5% di media, come Rashard Lewis e Paul Pierce…).

 

 

Premio “Tiratore pentito”, ovvero “non ero un granchè da tre, quindi ho smesso…”: Thaddeus Youg.  L’anno scorso: 34,8% su 2,1 triple tentate a partita (in 32 minuti): quest’anno: 27% su 0,3 tentativi a partita (in 26 minuti). Josh Smith fece registrare un calo simile l’anno scorso (rispetto all’anno precedente), ma quest’anno, con il nuovo coach, è tornato gaiamente a tentare 2,1 triple a partita con uno scialbo career high del 33,1%.

 

Premio “James Posey”, ovvero “o tiro da fuori o non tiro proprio…”: James Posey.

James è il primo giocatore Nba, con almeno 15 minuti di media in campo (17 nel suo caso), ad aver fatto del tiro perimetrale il suo monoteismo: l’87,9% dei suoi tentativi sono da oltre l’arco (4,3 triple tentate su 4,9 tiri complessivi). Unica brutta notizia? Il 31,6% con cui le ha centrate…

 

Premio “Brutta annata al tiro”, ovvero “come mai non le insacco più come una volta?”: Joe Johnson.

L’anno scorso, su 4,6 tentativi da oltre l’arco, aveva il 36,9%; quest’anno, su 4,2 tiri ne sono entrati solo il 29,7% (career-low se escludiamo l’anno da rookie). Stupiti? Ricordiamoci che è lo stesso giocatore che in un solo anno è passato dal 30,5% (2003-2004) al 47,8% (2004-2005). Misterioso Joe…

 

Premio “Bidimensionalità”, ovvero “sono un super rimbalzista ma la metto anche da tre”: Kevin Love.

Nessuno aveva mai abbinato a 15 rimbalzi a partita (15,2 per lui) anche una tripla segnata a partita (Love ne realizza 1,2 su 2,7, quindi 41,9%). Che il miglior rimbalzista potesse anche segnare da tre era impensabile fino all’arrivo di Love; evoluzione del gioco sempre in corso…

 

Premio “Rookie sotto i riflettori”, ovvero “non credevo sarei stato così spesso in lunetta sin dal primo anno…”: Blake Griffin.

È dai tempi del rookie Shaq che un esordiente non andava in lunetta almeno 8,5 volte a partita… temono troppo le affondate stupra-retina di Blake o non temono affatto il suo 64,2% ai liberi? Entrambe le opzioni…

 

Premio “Discontinuità ai liberi”, ovvero “chissà come li tirerò il prossimo anno…”: Brendan Haywood.

Lasciamo parlare i numeri: annata 2006-07 conclusa con il 54,8% ai liberi, l’anno dopo 73,5%(!), stagione seguente 47,6%(?), annata successiva 62%(!?), quest’anno 36,2%(!?!)… da notare come, in tutte queste stagioni, Brendan ha sempre tentato almeno 2,5 liberi a partita, giocando almeno 18,5 minuti in media, per cui l’attenuante del numero esiguo di tentativi vale solo per il 47,6% (annata 2008-09 in cui giocò solo 6 gare, battendo comunque 3,5 liberi a partita…).

 

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *