Old school / New generation

August 22, 2011

[Agosto 2010] Il cliché old school/new generation è tipico degli Usa e non solo nello sport. Ogni contesto dinamico ha la sua old school (la “tradizione”, il “classico”) e la sua new generation (le “nuove leve”, il “moderno”) e, conseguentemente, dei nostalgici che rimpiangono la “classe” di una volta affianco ai  progressisti che si fanno giudici delle evoluzioni in corso.

 

Chiaramente, la ruota della storia gira, per cui la new generation può diventare a sua volta old school, soppiantata da un’ulteriore new generation… pensate ad un fanta-quintetto tipo Bob CousyPete MaravichJulius ErvingElgin BaylorBill Walton (e magari John Havlicek come sesto uomo); squisitamente old school, no? Eppure, come noto, ognuno di loro, nella rispettiva epoca, è stato portabandiera di una emergente new generation, che ora è storia d’archivio.

Proviamo, divertissement d’Agosto, a ripercorrere alcuni degli episodi simbolici della passata stagione, sollazzandoci nel setacciare quel miscuglio di old school e new generation…

 

Il 33enne Andre Miller segna 52 punti contro i Mavs, senza cross-over, slam dunk o circus shot, “semplicemente” tiri dalla media, affondi ben congeniati, un paio di giocate da spalle a canestro, una sola tripla e tiri liberi (7/8)… questa è old school.

Il chiacchierato rookie Jennings ne scrive 55 (contro i Warriors…), con 7/8 da tre, battendo il record in maglia Bucks di tale Jabbar e risultando secondo in assoluto dietro Chamberlain (58)… questa è la new generation.

 

E queste sono le shot chart:

 

 

Rondo, al quarto anno di Nba, ha ancora problemi con i tiri liberi (62%); Kidd, negli ultimi tre anni è passato da un buon 38,1% ad un ottimo 42,5% da tre… questa è old school.

Proprio Rondo, dopo alcuni episodi (1, 2, 3, 4, 5 ), ha finalmente imparato a mandare a vuoto il re delle chasedown blocks… questa è la new generation.

 

Sheed che stoppa il dream shake di Gasol (perché se hai un bel movimento in faretra, devi anche sapere quando usarlo e contro chi…)… questa è old school.

Curry che scherza “Birdman” Andersen con la stessa giocosità con cui i bimbi rincorrono e fanno svolazzare i piccioni… questa è la new generation.

 

Garnett  che sfoggia movimenti come questo… questa è old school.

Howard che fa stoppate come questa o quest’altra… questa è la new generation.

 

Alle Finals: Fisher (annata ’74) incassa otto sfondamenti in sette gare (ben 3 in gara 3)… questa è old school.

Sullo stesso palcoscenico, Rondo (annata ’86) sfoggia godibilissime finte da campetto (dream shake incluso) e colpi da biliardo sul tabellone… questa è la new generation.

 

Pierce e Artest che dopo neanche 30 secondi di Gara1 delle Finals si danno alla lotta greco-romana in the paint… questa è old school.

Howard che demolisce un cronometro con una schiacciata, senza infrangere il tabellone come ai “vecchi tempi”… questa è la new generation.

 

A proposito, Dwight Howard ha incontrato Olajuwon quest’estate per allenarsi con lui. Bryant lo ha già fatto l’estate scorsa. La differenza? Dwight (centro ormai al settimo anno) prova ancora ad imparare i fondamentali del suo ruolo, Kobe (guardia, con un curriculum niente male) prova ancora a perfezionarsi… questa è old school che fa da ispirazione alla new generation.

 

Duncan, 33enne filiforme di natura, che si presenta allo scorso training camp con 15 libbre (circa 7 kg) di meno per non affaticare le articolazioni e restare alla larga da infortuni… questa è old school.

Il talentuoso ventenne DeMarcus Cousins che, stimato sulle 270 libbre, si presenta alle misurazioni pre-draft con addosso 292 libbre (132 chili), risultando secondo per percentuale di grasso corporeo (16%, dietro al solo Pittman, colosso da oltre 300 libbre e 21% di grasso corporeo)… questa è la new generation (anche in passato ci sono stati casi simili, ma… lo ammetto: mi serviva solo una scusa per citare la scelta esemplare di Duncan…).

 

Un quartetto Allen, Pierce, Garnett e Shaq vestiti di bianco-verde con trifoglio all’occhiello… questa è old school.

Un quartetto Mayo, Gay, Randolph e M. Gasol vestiti di blu con un Winnie the pooh accigliato sulla maglia… questa è la new generation (senza offesa per i Grizzlies, si scherza…).

 

 

Forse alcuni di voi staranno pensando: c’è stato un evento in off-season (anzi L’Evento) che si presterebbe al contrasto old school vs new generation… ma, almeno in questo caso, cerchiamo di non fargli monopolizzare la nostra attenzione.

 

Con queste distinzioni, si è voluto giocare un po’, passatempo da off-season, nel distinguere il vecchio dal nuovo, ricordando ai nostalgici che qualcosa di “old” c’è ancora e rassicurando i neofiti con esempi di promettente futuro “made in Nba”, lega il cui fascino sta anche nella coesistenza e nell’intrecciarsi di stili differenti che ne rendono il panorama adatto a tutti i palati.

 

E a voi, vengono in mente altri esempi di contrasto generazionale?

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