Cavs vs Bulls G3-2010

August 22, 2011

[Aprile 2010] Anche quest’anno i Bulls non si lasciano prendere facilmente per le corna. Non a casa loro. Non in gara 3.

Nell’ultimo minuto del match, ci sono state almeno tre rimesse per i Cavaliers che ne hanno tenute vive le speranze ed in tutti e tre i casi i Bulls hanno difeso in modo interessante.

Andiamo a vedere qual è stata la scelta di coach Vinny Del Negro.

 

(Ecco i links per il riassunto delle ultime fasi: Part I, Part II).

 

Prima situazione: Cavs 96, Bulls 104; 38 secondi da giocare al termine dell’ultimo quarto e rimessa laterale Cleveland.

 

Cavaliers: 1-Rose, 2- Hinrich, 3- Murray, 4- Deng, 5-Noah.

Bulls: 1-Williams, 2-Parker, 3-James, 4-Jaminson, 5-Varejao.

 

 

Hinrich pattuglia la punta esterna della lunetta, Noah l’angolo del lato forte; sembra quasi una match up zone

In realtà, si tratta di una switching man-to-man, difesa ad uomo con cambio sistematico sui blocchi: i movimenti e, soprattutto, gli abbinamenti difensivi sono dettati dalle mosse e dagli incroci degli attaccanti. Nessun difensore tenta la fortuna provando a passare in qualsiasi modo su un blocco: appena due Cavs si avvicinano, ciascun Bulls prende sempre quello più vicino (o in avvicinamento), evitando contatti, bump o fraintendimenti difensivi.

Kirk, in pochi secondi, marca quindi prima Parker, poi Jamison ed infine James; appena il suo uomo riceve un blocco (anche timidamente accennato), Hinrich lo affida al difensore del bloccante e cambia marcatura. Jamison, nel suo dare e ricevere blocchi, finisce così con l’essere marcato prima da Murray, poi da Hinrich, fugacemente da Deng e, quando esce in angolo, da Noah.

 

Questa difesa, come ben dimostrato dai padroni di casa, consente una copertura pressoché costante sui tagli, rendendo difficile smarcarsi, nonostante crei, inevitabilmente, mismatch.

La sua efficacia è esaltata dal buon livello atletico dei difensori in campo e dal poter godere di un vantaggio di più di due possessi, “cuscinetto” che spinge Del Negro a voler impedire (o almeno complicare) la ricezione anche a costo di rischiare poi match up improbabili… come LeBron marcato stretto da Hinrich: bastano infatti due palleggi ed il buon Kirk è già fuori causa. Tuttavia, la difesa interna copre prontamente (specialmente Deng) e Lbj deve inventarsi uno scarico ad alta difficoltà per una tripla non facilissima firmata Mo.

 

Lo stesso tipo di difesa ricompare puntualmente sulla rimessa laterale Cavs a 10.1 secondi (105-102 per i Bulls), con Hinrich e il Murray che si scambiano gli uomini sul perimetro e Deng che cede James a Noah sul blocco di Varejao, con la continuità degna di una staffetta olimpica, impedendo al 23 di ricevere in angolo… ma, anche in questo caso, il mismatch premia i Cavs: il riccioluto brasiliano può avvicinarsi alla rimessa tenendo dietro il più basso ed esile Deng, ricevendo spalle a canestro. L’altro lato della medaglia, è che lo sveglio Deng farà poi subito fallo su Varejao,  notoriamente non è un cecchino ai liberi (comunque uno su due in questo caso).

 

Altra rimessa Cavs ed altra difesa switching dei Bulls: 107-103 Bulls, 6.2 secondi residui sul cronometro. Doppio blocco in fila (stagger) sulla linea del tiro libero per James che ne esce verso la rimessa, ma l’ultimo difensore della fila, Noah, lo accoglie fisicamente e lo pedina sino in angolo.

Il primo uomo del doppio blocco, Mo Williams, sfrutta il blocco già pronto del secondo bloccante, Jamison, per avvicinarsi anch’egli alla linea laterale (p.s. il blocco è spudoratamente “in movimento”…). Deng lascia tempestivamente Jamison, ma non si accosta abbastanza a Mo per negargli la ricezione e Mo lo punisce insaccando l’ardua tripla della speranza.

 

Sapendo quanto sia difficile marcare LeBron una volta che questi riceve palla, adottare una difesa switching è una scelta più ragionevole di quanto lo sia solitamente, utilizzata in assenza di titani targati James e con lo scopo principale di far saltare gli schemi di rimessa altrui.

Riassumiamo comunque la nostra breve casistica: nella prima inbound, LeBron ha ricevuto lontano dal ferro e con tre difensori che lo aspettavano nel pitturato; nel secondo, non è riuscito a ricevere (e l’unico che ha potuto aveva il 66% ai liberi, con bonus già raggiunto); nell’ultima situazione, a causa di una esitazione difensiva, Mo ha ottenuto un provvidenziale catch n’ shoot, comunque da quasi 9 metri ed in faccia al ben più alto Deng.

Direi che possiamo concludere con diplomazia: nulla da rimproverare, né alla difesa Bulls, per come ha fatto sudare gli ospiti, né all’attacco Cavs per come ha saputo cavarsela in una situazione non facile.

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